A.S.C.E.

Associazione Sarda Contro l'Emarginazione

Tutelare persone, non braccia. Per una vera sanatoria degli immigrati “irregolari”.

Come A.S.C.E., abbiamo aderito in queste settimane alla campagna per una sanatoria immediata di tutti gli immigrati privi di permesso di soggiorno sul territorio italiano. A fronte del provvedimento insufficiente e per molti versi sbagliato annunciato dal governo, aderiamo idealmente allo sciopero dei lavoratori della terra dichiarato dalla USB per il 21 maggio.

Il provvedimento governativo di presunta sanatoria infatti non è concepito per riconoscere dignità umana e diritti agli immigrati privi di documenti, ma solo per garantire agli agricoltori un sicuro approvvigionamento di forza lavoro.

Il rifiuto di riconoscere gli immigrati come persone titolari di diritti a prescindere dal rapporto di lavoro, perpetua la lesione dei diritti sul lavoro, mantenendo intatte le condizioni di ricatto da parte dei datori verso i lavoratori, e non risponde in maniera compiuta alle esigenze di salute pubblica dettate dalla presenza di migliaia di persone invisibili al Sistema Sanitario Nazionale in una fase di pandemia.

La temporaneità e settorialità dei permessi testimonia la mancanza di volontà di affrontare in maniera sistemica i problemi enormi legati all’invisibilità della manodopera immigrata.

L’esclusione delle persone con decreti di espulsione pendenti, un numero considerevole di persone, oltre a garantire i soliti margini di arbitrio alle questure verso gli individui, impedirà una seppure indiretta presa in carico della scandalosa situazione dei CPR, dove si viene detenuti senza avere commesso reati, in attesa di un rimpatrio impossibile, in spazi dove i diritti del detenuto sono persino inferiori a quelli di un carcere normale.

Questa legge non servirà a combattere il caporalato, come d’altronde non è servita nemmeno una precedente legge espressamente dedicata a questo, in mancanza di una reale volontà politica di affrontare il fenomeno mobilitando uomini e mezzi.

Se infatti le forze di pubblica sicurezza avessero mai dedicato un decimo dell’attenzione che in questi mesi hanno dedicato ai corridori solitari sulle spiagge, o ai vecchietti solitari sulle panchine, a quest’ora un’infinità di situazioni di sfruttamento sarebbero state già scoperchiate. Se ciò non si fa è perché tutti sanno benissimo che è l’intera filiera agroalimentare a reggersi sullo sfruttamento degli invisibili, in un sistema che schiaccia le campagne sotto il dominio gerarchico dell’industria di trasformazione e della grande distribuzione, consentendo e spesso imponendo agli agricoltori di scaricare i costi su operai agricoli e braccianti.

Un sistema che sta lentamente soffocando e avvelenando la vita delle comunità rurali in un circuito di autosfruttamento e sfruttamento dei più deboli che è totalmente insostenibile, e cui le parti politiche si mostrano ancora una volta sostanzialmente indifferenti.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.