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Turchia, il leader curdo Ocalan invita il Pkk a deporre le armi

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Dal quotidiano “La Repubblica”

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“L’appello lanciato dall’isola-prigione di Imrali potrebbe rappresentare una svolta nel conflitto che in 30 anni ha provocato 40 mila vittime. Il governo di Ankara sembra pronto a trattare
ANKARA – Con la minaccia dello Stato islamico alle porte, potrebbe materializzarsi una svolta nel sanguinoso conflitto del Kurdistan turco, che ha provocato 40 mila morti in 30 anni: il leader storico del Pkk Abdullah Ocalan ha lanciato dall’isola-carcere di Imrali, dove sconta un condanna all’ergastolo per alto tradimento, un appello ai ribelli curdi affinché depongano le armi e aprano un negoziato di pace diretto con il governo di Ankara.
“E’ in corso un processo per metter fine a 30 anni di conflitto, con una pace perpetua, il nostro principale obiettivo è ottenere una soluzione democratica. Mi rivolgo al Pkk perché organizzi un congresso straordinario in primavera per prendere la decisione storica e strategica di metter fine alla lotta armata sulla base di principi mutuamente concordati. Questo appello è una storica dichiarazione d’intenti per sostituire la politica democratica alla lotta armata”, ha scritto Ocalan in un messaggio letto a Istanbul dal leader del partito legale curdo Hdp, Sirri Sureyya Onder, in una conferenza stampa congiunta con esponenti del governo. Accanto a lui il vicepremier Yalcin Akdogan, molto vicino al presidente Recep Tayyip Erdogan, e il ministro degli Interni Efkan Ala. Onder ha chiesto a “tutti i partiti democratici di appoggiare questa soluzione politica”: la Turchia, ha detto, “è più vicina che mai alla pace”.
L’appello di Ocalan, in carcere dal 1999, arriva dopo mesi di incertezza nei colloqui segreti – in corso da fine 2012 – fra ‘Apo’ e il capo dell’intelligence di Ankara Hakan Fidan, con la mediazione dell’Hdp. Nel 2013 si era arrivati a una fragile tregua armata. Ma l’anno scorso la direzione militare del Pkk in esilio nell’Iraq settentrionale, accusando Erdogan di non mantenere gli impegni, aveva sospeso il ritiro dei suoi armati dal territorio turco e minacciato di riprendere le ostilità. Il recente rilancio dei colloqui fra Ocalan e Fidan si è inceppato dopo la presentazione in Parlamento di una legge che conferisce poteri senza precedenti a polizia e governatori. L’opposizione ne esige il ritiro sostenendo che le nuove norme trasformerebbero il Paese in uno ‘stato di polizia”.


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