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Comunicato stampa in risposta all’ articolo del quotidiano “La Nuova Sardegna” del 13 febbraio

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PRIMA LE VILLE, OGGI LE ROULOTTE
Dalla Nuova Sardegna l’ennesima notizia farlocca contro i Rom

Venerdì 13 febbraio, il quotidiano La Nuova Sardegna ha pubblicato un articolo, a firma di Mauro Lissia, con il titolo “Roulotte della Regione finite al campo Rom”.
L’occhiello spiega che una parte delle 117 roulotte che la Regione aveva deciso di rottamare, pagando, “sono comparse tra i nomadi” e ancora, nel corpo dell’articolo, si legge “sono ricomparse nel campo della 554”.
Quanto scritto fa ben intendere che i Rom del Campo sulla 554 sono coinvolti in un episodio di malaffare.
Scorrendo l’articolo si legge ancora che “decine e decine di roulotte ricomparvero d’incanto al Campo Rom sulla statale 554” e, infine una frase ad effetto del giornalista riferiva che “la Regione era già “cliente” privilegiata delle famiglie Rom”.
La notizia è farlocca ma, prendendo da Lissia, ci sono cascati tutti, dall’ANSA all’Unione e a numerosi giornali online, fino a diverse testate della penisola, suscitando ancora una volta, allarme e odio indiscriminato verso l’ìntera etnia.
Eppure quel campo non esiste più e non avrebbe mai potuto contenere così tante roulotte.
Da quanto si scrive è ben chiaro che si tratta di cose al di fuori dalla legalità ma, CHE C’ENTRANO I ROM? NULLA, assolutamente nulla.
Alla base della non-notizia ce n’é una vecchia, quella riguardante il traffico di pc e altri materiali elettronici degli uffici regionali per cui devono essere ancora giudicati alcuni funzionari dal cognome “sardissimo”.
Quello stesso filone d’inchiesta sul finto smaltimento dei pc avrebbe portato alla scoperta che le roulotte di cui fu attestata la demolizione non siano mai state rottamate e che alcune siano state addirittura rivendute.
Dunque, una vecchia notizia viene presentata come di oggi ed i Rom sbattuti ancora una volta in prima pagina.
Un lettore distratto è indotto in errore fino al punto da ritenere logiche alcune ipotesi che lo stesso giornalista azzarda contradditoriamente nell’articolo del giorno seguente: che alcune roulotte, anch’esse “sparite nel nulla”, siano state bruciate “probabilmente al Campo Rom”.
Insomma, quelle roulotte non sono mai state trovate al Campo Rom, né ieri né tanto meno oggi, dato che è chiuso già dal 2012.
Perchè vengono pubblicate simili “notizie”? Ci risulta che il giornalista ben conosca la differenza fra il passato e il presente, il condizionale e l’indicativo, fra la notizia e la fantasia, come anche fra rom e nomade. E ancora una volta ci domandiamo chi risarcirà il danno di tanta insulsa propaganda, che ricade indistintamente su ciascun rom e particolarmente sui bambini, ai quali viene così riservato un futuro ancora pieno di diffidenza, discriminazione ed esclusione?
Per le su estese ragioni, l’A.S.C.E. ha deciso di presentare un esposto all’Ordine dei giornalisti e, attraverso i propri legali, chiedere il giudizio della Magistratura.
Selargius, 17 febbraio 2015
Il presidente Antonio Pabis


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