Una missione speciale con le Aquile del Reparto Pegaso – Gruppo Scout AGESCI Cagliari 5
Un pomeriggio di condivisione e arte tra coetanee ha creato ponti di amicizia e comprensione reciproca
Il Reparto Pegaso del gruppo scout Cagliari 5, accampato in quel di Alghero, ci chiama e ci chiede se è possibile programmare un’attività con la squadriglia delle Aquile, ragazzine dagli 11 ai 18 anni.
Ovviamente è per noi una richiesta insolita, ma ci dispiace rifiutare, e offriamo ciò che abbiamo a disposizione:
- un grande tavolo in cucina, su cui lavorare;
- materiali riciclati;
- le storie delle persone che ci hanno contattato in questi anni.
Offro coppie di diverse storie, da mettere a confronto. I capi scelgono la storia di Pašana, ragazzina rom nata in Bosnia nel secolo scorso, e la storia di Aurora, ragazzina rom di Alghero, coetanea delle Aquile.
Detto e fatto: lunedì pomeriggio la nostra casa, sede di ASCE Alghero, viene invasa da questo allegro gruppo di ragazze, che subito socializzano con Aurora, che generosamente ha accettato di condurre con me l’attività.
Aurora racconta la storia della bisnonna: la sua infanzia, il matrimonio, la fuga dai Balcani in seguito alla guerra, la vita nel campo nomadi di Fertilia.
Io racconto la storia di Aurora: l’infanzia nel campo di Fertilia, la vita in una casa, poi lontano da Alghero in un camper, poi finalmente in una casa ad Alghero… la sua passione per l’arte – ereditata dal nonno – e la frequenza del liceo artistico.
Le ragazze, divise in gruppi, realizzano le sequenze illustrate delle due storie, che poi presenteranno utilizzando due kamishibai realizzati con scatole di cartone riciclate.
Al termine le ragazze ci hanno detto che una missione così non l’avevano mai compiuta… E che non se la aspettavano assolutamente…
Sono arrivate qui con una busta chiusa che diceva loro semplicemente di arrivare a casa nostra! 😄
Per tutte è stata la prima volta che parlavano e lavoravano con una coetanea rom, sedute allo stesso tavolo, confidandosi, emozionandosi, facendosi domande e scambiandosi esperienze.
Si è realizzato qualcosa di bello insieme: non solo le presentazioni dello storytelling, ma soprattutto quel momento magico di amicizia che abbatte il pregiudizio e, come un sasso nello stagno, allarga cerchi di speranza…



Il kamishibai (紙芝居) è una forma tradizionale giapponese di narrazione teatrale che significa letteralmente “teatro di carta”.
Come funziona il kamishibai:
Struttura fisica:
- È composto da un teatrino di legno (butai) con ante che si aprono come un piccolo palcoscenico
- All’interno si inseriscono delle tavole illustrate (generalmente di formato A3)
- Le immagini sono visibili al pubblico, mentre sul retro c’è il testo per il narratore
Modalità di utilizzo:
- Il narratore (kamishibaiya) racconta la storia mostrando le immagini in sequenza
- Sfila le tavole una alla volta, creando un effetto cinematografico
- La voce del narratore dà vita ai personaggi e alle situazioni
Nel contesto dell’attività ASCE:
Nel vostro caso, le ragazze scout hanno creato una versione artigianale del kamishibai usando scatole di cartone riciclate come teatrino. Hanno realizzato le sequenze illustrate delle due storie (quella di Pašana e quella di Aurora) per poi presentarle in modo teatrale.
Perché è stata una scelta efficace:
- Coinvolgimento attivo: le ragazze hanno dovuto elaborare visivamente le storie ascoltate
- Narrazione partecipata: hanno dovuto rielaborare e raccontare le storie con le proprie parole
- Aspetto ludico: il formato teatrale rende l’apprendimento più coinvolgente
- Sostenibilità: l’uso di materiali riciclati è in linea con i valori scout ed ecologici
Questa tecnica ha trasformato l’ascolto passivo in un’esperienza creativa e partecipativa, permettendo alle ragazze di interiorizzare meglio le storie di Pašana e Aurora e di sviluppare empatia attraverso l’arte e la narrazione.
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