Pubblichiamo un primo documento dell’osservatorio Osservamedia Sardegna sulla narrazione mediatica dell’emergenza Covid-19, consultabile e scaricabile qui: Reagire al panico da infodemia, considerazioni intermedie su media e Covid-19.
“Da quando questo osservatorio si è costituito, cerchiamo di mantenere un occhio sulla realtà che sia distaccato dal flusso istantaneo ed incessante dell’informazione che siamo chiamati ad osservare.Rifuggiamo, per metodo, dall’intervento costante e continuo sui quotidiani errori e abusi che avvengono nell’informazione pubblica, perché altrimenti il nostro lavoro sarebbe continuamente assorbito nel collezionismo di reperti giornalistici, risultando schiacciato sull’attualità, in un flusso concettuale piatto e superficiale fatto di continue ripetizioni degli stessi contenuti informativi, senza una loro elaborazione: ciò che è esattamente uno dei peggiori difetti strutturali della dittatura dell’attualità e dell’istantaneità che comanda oggi la comunicazione pubblica, sia quella giornalistica, sia, in maniera ancora più veloce, superficiale e compulsiva, quella dei social network.
Mai come in questo momento, d’altra parte, si fa improbo il compito di filtrare l’enorme produzione di informazione legata all’epidemia di Covid-19, e d’altra parte, è certamente troppo presto per esercitare un’analisi compiuta del fenomeno sotto un punto di vista mediatico, cosa che certamente sarà fatta da una grande pluralità di studiosi nelle prossime settimane, mesi e anni. Quello che possiamo fare, quindi, è soprattutto cercare di identificare dei pattern generali nel movimento del sistema mediatico in cui siamo immersi e, ancora meglio, cercare di identificare qualche mezzo e qualche fonte per sviluppare ragionamenti più pacati, sulla situazione generale, e su noi stessi dentro di essa. In questo scritto cercheremo di impostare alcuni ragionamenti, suscettibili di correzioni e integrazioni, cercando di partire da una esigenza generale che è quella di raffreddare il pensiero, affilare il senso critico, cercare di individuare dei processi sottesi all’inondazione informativa cui siamo soggetti” (Prosegui la lettura)
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