OGGETTO: A proposito di una richiesta.
Egregio signor Sindaco,
Era il mese di agosto allorchè Le scrissi una prima volta a nome e per conto dell’A.S.C.E. e del Comintato di solidarietà col POPOLO KURDO per chiederLe la disponibilità di una sala di proprietà del Comune al fine di poter tenere una conferenza/dibattito sulla situazione del popolo kurdo.
Un tema, ne converrà, signor Sindaco che mi sembra di strettissima attualità, visto lo scacchiere in cui geograficamente si trova incuneato questo stato/non stato, viste le obbiettive difficoltà in cui versa questo popolo, visto il pericolo di annientamento fisico, viste le vessazioni che esso subisce.
A quella prima richiesta e ai telefonici solleciti che ne seguirono, Lei rispose con una lettera mediante la quale mi invitava a formulare una richiesta “formale” presso il protocollo del Comune.
Capisco: E’ la prassi, e la prassi va rispettata! Reiterai la richiesta come da Lei chiesto: facendo protocollare la domanda..
Pensavo fosse cosa fatta. Mi illudevo che Lei mostrasse un minimo di interesse perché i concittadini di Monserrato fossero informati su faccende che accadono oltre i confini del comune che di cui Lei, si dice, sia il primo cittadino. Pensavo che Lei, vista l’alta carica che ricopre fosse particolarmente interessato al tema. Pensavo! Ma evidentemente si fa male a pensare… Ed infatti smentendo ogni mia pur fievole illusione Lei ha pensato bene di opporre a questa, ripeto formale e persino protocollata richiesta, il più altero dei silenzi. Il silenzio del giusto! Muto come un pesce muto! O se il paragone di sapore ittico non Le è gradito, diciamo, come il Bonaparte post V Maggio di manzoniana memoria.
Lei, evidentemente non ama essere importunato con faccenduole simili, preso com’è da tutt’altre faccende di ben altro spessore: tipo litigi della “Sua maggioranza”, tentativi di rimpasti e rimpasti veri, e faccende simili..
La capisco, signor Sindaco; la capisco e come non capirla? Lei che tanto si prodiga per il bene della collettività monserratina ci tiene perché questa quiete non venga disturbata, al massimo si può offrire ad essa un po di musica e, solo qualcosa che abbia l’imprimatur istituzionale. E poi, via, che c’entra il popolo kurdo con Monserrato?
Noi, come associazione, visto il Suo silenzio (che ci siamo presi la libertà di interpretare come un diniego) abbiamo nostro malgrado dovuto fare opera di ripiegamento: Gli incontri li abbiamo tenuti presso l’Aula Magna della facoltà di scienze politiche di Cagliari e presso la Libreria Satta di Nuoro. E Le dico questo perché Lei capisca che non necessariamente dopo di Lei deve verificarsi il vuoto. A tutto, sembra ci sia un rimedio, mi rincresce solo che ai cittadini monserratini (quei pochi o tanti che fossero) non è stato dato di poter assistere alla conferenza in una sala che, a rigor di logica dovrebbe appartenere anche a loro oltre che al loro sindaco.
Al Suo posto abbiamo incontrato il Presidente del Consiglio della RAS Sardegna dottor Ganau. E funzionari della Prefettura di Cagliari.
Come può Lei notare dal tono di questo scritto sono molto comprensivo, avrei perfino capito, viste le ristrettezze finanziarie in cui versa il Comune se Lei ci avesse chiesto un contributo spese per l’elettricità. Giuro che saremmo stati in grado di far fronte a quella spesa. Saremmo stati in grado di racimolare 1 o due euri per le spese e per non dover sentire pronunciare quelle terribili e terrificanti parolacce tipo: spending revew.
Quello che non capisco è il Suo silenzio. Eppure sarebbe bastato poco, bastava che Lei, o il Suo vice, o il vice del suo vice, si fosse presa la briga di scrivere un parola: NO!
Mi avrebbe risparmiato la fatica di scriverLe questa lettera che, naturalmente, sarà pubblica poiché pubblico giudico sia stato il suo silenzioso diniego.
Salvatore Drago.
Monserrato 24.09.2014
Lascia un commento