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27 gennaio 2020: l’ipocrisia e la memoria
Anche quest’anno si è celebrato il Giorno della memoria, per ricordare il momento in cui, 75 anni fa, l’Armata Rossa liberava gli internati del campo di concentramento di Auschwitz, ponendo fine ad uno degli orrori più terribili mai perpetrati nella storia dell’umanità. È un tripudio di “mai più!” quello di cui si ammantano le innumerevoli celebrazioni ufficiali, e ci mancherebbe altro, sebbene ai numerosi e doverosi richiami di attenzione verso l’antisemitismo, non corrisponda altrettanta prontezza nel ricordare l’antiziganismo, l’omofobia, l’abilismo, la repressione di ogni opposizione politica (a partire da comunisti e socialisti), il culto dello Stato e della gerarchia, il militarismo, il sessismo che fu parte integrante dell’organizzazione industriale dello…
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La guerra e la mobilitazione dal basso
Nelle ultime settimane, in seguito all’ennesimo crimine di guerra statunitense in medio oriente (che ha portato all’uccisione del generale iraniano Soleimani), con il rischio di una pericolosa escalation militare in tutta l’area, anche in Sardegna, movimenti, organizzazioni e singoli attivist* contro la guerra si stanno mobilitando. Il ruolo della nostra isola nel contesto geopolitico mediterraneo e globale (che meriterebbe ben altri approfondimenti e considerazioni oltre a queste poche riflessioni) si concretizza nella filiera bellica, che purtroppo prospera e si evolve: dai due poligoni più grandi di Europa (Quirra e Teulada), al Distretto Aerospaziale della Sardegna (DASS), alla fabbrica di bombe RWM di Domusnovas, all’industria e ricerca bellica, fino alla presenza…